Prese il pane
Film by Domenico Catano
XX BIENNALE DI PENNE – 2023 – 20 maggio al 20 giugno 2023
“TRA L’ESTETICO E IL POLITICO”
a cura di Antonio Zimarino e Chiara Di Carlo
20 MAGGIO ORE 17:30 PRESENTAZIONE
Sala Consiliare Comune di Penne – Piazza Luca Da Penne,1
“TRA L’ESTETICO E IL POLITICO”
a cura di Antonio Zimarino e Chiara Di Carlo
20 MAGGIO ORE 17:30 PRESENTAZIONE
Sala Consiliare Comune di Penne – Piazza Luca Da Penne,1
Nel video Prese il Pane il regista Domenico Catano, segue Christian Ciampoli
nella costruzione di un’opera contestualizzata in diversi luoghi simbolici della città di Pescara: dal lungomare Sud, al corniciaio in V.le Primo Vere, allo Spazio 16 Civico.
Spazio 16 Civico è un luogo domestico appartenente all’infanzia dell’artista, è la casa dei nonni che da diversi anni utilizza come spazio abitativo e come studio personale, aperto anche ad altri artisti invitati a presentare il proprio linguaggio in una pratica di confronto costante.
Questa ripresa, perciò, non è soltanto un’oggettiva documentazione del costruirsi di una singola opera, ma un vero e proprio voler entrare nella quotidianità dell’artista che intende l’Arte quale prassi ordinaria e/o progetto di vita, che per nulla si distingue dall’attività rituale umana del lavarsi il corpo, vestirsi, tagliarsi le unghie etc.
In questo lavoro in particolare, la tradizione millenaria della panificazione, diventa una pratica artistica contemporanea. Il “ciclo del pane”, cioè, si esaurisce nell’impossibilità dell’alimento di essere consumato, restando così una mera “ricetta artistica” basata sullo studio e la rielaborazione dei materiali da cucina come la carta da forno, e sulla trasfigurazione del pane in icona sacra; in un’ironia ambigua che oscilla tra il sacro e il profano.
nella costruzione di un’opera contestualizzata in diversi luoghi simbolici della città di Pescara: dal lungomare Sud, al corniciaio in V.le Primo Vere, allo Spazio 16 Civico.
Spazio 16 Civico è un luogo domestico appartenente all’infanzia dell’artista, è la casa dei nonni che da diversi anni utilizza come spazio abitativo e come studio personale, aperto anche ad altri artisti invitati a presentare il proprio linguaggio in una pratica di confronto costante.
Questa ripresa, perciò, non è soltanto un’oggettiva documentazione del costruirsi di una singola opera, ma un vero e proprio voler entrare nella quotidianità dell’artista che intende l’Arte quale prassi ordinaria e/o progetto di vita, che per nulla si distingue dall’attività rituale umana del lavarsi il corpo, vestirsi, tagliarsi le unghie etc.
In questo lavoro in particolare, la tradizione millenaria della panificazione, diventa una pratica artistica contemporanea. Il “ciclo del pane”, cioè, si esaurisce nell’impossibilità dell’alimento di essere consumato, restando così una mera “ricetta artistica” basata sullo studio e la rielaborazione dei materiali da cucina come la carta da forno, e sulla trasfigurazione del pane in icona sacra; in un’ironia ambigua che oscilla tra il sacro e il profano.
